Costi fondo pensione: quanto si paga e quanto rendono

I costi di un fondo pensione sono un parametro che permette al cliente di valutare la convenienza dello strumento di previdenza complementare considerato. Del resto in media gli investimenti fatti in un’ottica di previdenza complementare futura sono a lungo termine (anzi questo è sempre più vero perché oggi c’è una consapevolezza crescente dell’esigenza di pensare per tempo alla pensione futura senza ridursi agli ultimi anni della carriera lavorativa).

Quanto costa aprire un fondo pensione e mantenerlo?

È intuitivo che prima si inizia a pensare alla pensione futura e minori saranno i costi in proporzione perché si distribuisce l’incidenza delle spese fisse iniziali su un periodo di partecipazione più lungo. Per chi vuole aprire un fondo pensione i costi sono facili da confrontare perché, rispetto al rendimento, devono essere chiari dall’inizio e non presuppongono calcoli particolari o conoscenza tecniche.

Ecco perché quando si deve scegliere a quale fondo pensione aderire i costi spesso passano in secondo piano rispetto all’ansia del rendimento. Eppure i costi di gestione dei fondi pensione non sono poi così secondari perché, soprattutto in un orizzonte temporale lungo, possono fare la differenza. Ecco perché la Covip ha preteso chiarezza sui costi dei fondi pensione in modo da evitare spiacevoli sorprese al momento dell’erogazione della rendita.

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Costi fondo pensione o rendimento: cosa conta di più sull’assegno finale?

Facciamo un esempio pratico che possa aiutare a rendere meglio l’idea dell’incidenza dei costi del fondo pensione sulla rendita finale: un quarantenne che versa €1.200 all’anno sul fondo pensione di cui è titolare, al momento di ritirarsi dal lavoro avrà a disposizione una rendita stimata di €2.369 netti all’anno.

Se invece, rispetto a quest’ipotesi di base (che prende a riferimento l’Isc medio dei fondi pensione aperti), il costo del comparto scelto fosse l’1% in più all’anno, l’assegno diminuirebbe del 17%.

Non avrebbe la stessa incidenza a conti fatti scegliere un fondo pensione meno rischioso: un punto annuo di rendimento in meno (rispetto allo scenario di riferimento di un portafoglio composto al 70% azionario e al 30% obbligazionario) peserebbe sull’assegno in misura pari al 13%. Stessa tendenza anche considerando fondi pensione più economici o più redditizi: lo stesso 40enne di prima otterrebbe il 21% in più da un fondo più economico e il 15% in più con uno che rende gli l’1% di più.

Questa premessa può essere quindi utile a tenere in considerazione anche i costi di un fondo pensione al momento della scelta e del confronto tra forme di previdenza complementare. In chiusura ci preme comunque chiarire che le informazioni contenute in questo articolo hanno carattere esclusivamente educativo e non si pongono l’obiettivo di incentivare o scoraggiare nessuna scelta in campo previdenziale.

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